Dominio, obbedienza, mansuetudine. Effetti dell’immagine del "Christus hortulanus" tra Cinquecento e Seicento

Autori

  • Andrea Di Biase Università di Bologna

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2421-4124/10543

Parole chiave:

Noli me tangere, obbedienza, mansuetudine, semplicitas rusticorum, servitù volontaria

Abstract

A partire dal frontespizio di una traduzione seicentesca della "Politica" di Aristotele, raffigurante la scena di Cristo che appare a Maria Maddalena in vesti di ‘ortolano’ (Gv 20, 15), il presente contributo prova ad individuare un percorso di lettura che ne restituisca in parte i motivi e le finalità. Più precisamente, esso esamina la convergenza di tematiche inerenti ai limiti dell’agire politico e della servitù volontaria in trattatisti, lessicografi e filosofi tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Dietro al vagheggiato ritorno ad uno stato di natura anteriore al peccato si nasconde infatti un monito, più sfuggente, all’obbedienza e all’arrendevolezza morale. Soltanto rinunciando alla sfera attiva delle singole volontà, insieme alle spinte disgregatrici provenienti dalle passioni interne e dagli interessi privati, sarà del resto possibile garantire alle componenti del corpo sociale una maggiore, ancorché indiretta, solidità politica.

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Pubblicato

2020-02-25

Come citare

Di Biase, A. (2020). Dominio, obbedienza, mansuetudine. Effetti dell’immagine del "Christus hortulanus" tra Cinquecento e Seicento. Montesquieu.It, 12(1). https://doi.org/10.6092/issn.2421-4124/10543

Fascicolo

Sezione

Articoli