«… la naturale curiosità, ch’è figliuola dell’ignoranza e madre della scienza»: la fondazione antropologica dell’estetica di Vico
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2421-4124/6000Parole chiave:
Estetica, Corpo, Curiosità, Immaginazione, VicoAbstract
Questo saggio ha lo scopo di mettere in risalto i termini all’interno dei quali sia possibile distinguere una “dimensione estetica” nel pensiero di G.B. Vico. Per raggiungere questo obiettivo, è in primo luogo importante assumere una prospettiva che, andando oltre l’orizzonte della pura contemplazione del bello, comprenda l’idea che il corpo, come sede delle sensazioni, può essere, a tutti gli effetti, il cuore di una visione estetica. In secondo luogo, è necessario sottolineare il fatto che il corpo è pure legato alle proprietà sensoriali, come la percezione, l’immaginazione, l’ingegno e la memoria. Inoltre, queste proprietà, in cui ci sono anche la curiosità e la meraviglia, due qualità tipiche della natura umana, capaci di portare gli uomini ad investigare fenomeni e a costruire adeguate spiegazioni, trovano la loro massima realizzazione nei cosiddetti “universali fantastici”. D’altra parte, è quasi impossibile identificare una “dimensione estetica” in Vico, se non si considerano gli elementi emozionali che caratterizzano le azioni umane e che innescano il fenomeno chiamato “Sublime”. Oltre a questo, il saggio tratta anche il ruolo che le proprietà summenzionate, in particolare l’immaginazione, ebbero nella formulazione della narrazione storica di Vico. In questo modo, è chiaro come la filosofia di Vico possa essere, in un certo senso, compresa in una “dimensione estetica” completa.Downloads
Pubblicato
2016-02-11
Come citare
Gualtieri, G. A. (2016). «… la naturale curiosità, ch’è figliuola dell’ignoranza e madre della scienza»: la fondazione antropologica dell’estetica di Vico. Montesquieu.It, 8(1). https://doi.org/10.6092/issn.2421-4124/6000
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