Le "Metamorfosi" di Ovidio come poema dell’«indistinzione», dell’«illusione» e dell’«incertezza»

Autori

  • Francesco Ursini Università degli Studi di Roma "La Sapienza"

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2421-4124/7670

Parole chiave:

Ovidio, Metamorfosi, interpretazione letteraria, critica contemporanea

Abstract

In questo articolo sono esaminati tre momenti particolarmente significativi della critica ovidiana contemporanea: "Gli indistinti confini" (1979) e le "Lezioni americane" (1988) di Italo Calvino, "Narciso e Pigmalione" (1983) di Gianpiero Rosati e "Con Ovidio" (2017) di Nicola Gardini. Nel complesso, i contributi di questi tre critici e autori italiani delineano un’idea delle "Metamorfosi" come grandiosa rappresentazione del carattere instabile, precario e illusorio della realtà: idea che, se da un lato non è l’unica opzione possibile sul piano interpretativo, dall’altro appare senz’altro come la più sintonica allo "Zeitgeist" dell’«età dell’incertezza».

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Pubblicato

2018-01-05

Come citare

Ursini, F. (2018). Le "Metamorfosi" di Ovidio come poema dell’«indistinzione», dell’«illusione» e dell’«incertezza». Montesquieu.It, 10(1). https://doi.org/10.6092/issn.2421-4124/7670

Fascicolo

Sezione

Articoli